PRE VERTICE SISTEMI ALIMENTARI: L’ITALIA HA MOSTRATO IL CAMMINO CHE STA CERCANDO DI REALIZZARE PER CIBO/NUTRIZIONE E AMBIENTE, UN CONTRIBUTO A QUELLO DI TUTTI
Eravamo alle soglie dell’era Covid anche in Italia, quando si accese la discussione sulla decisione di fare il Vertice Mondiale sulla Sostenibilità dei Sistemi Alimentari del 2021 a New York, sotto la regia del segretario generale ONU Antonio Guterres, e non a Roma in occasione della plenaria del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (CFS) ad ottobre.
Oltre allo spostamento della sede, le perplessità di molti membri della società civile che partecipano ai lavori del CFS dipendevano dal fatto che l’organizzazione del Vertice era stata affidata a The World Economic Forum (WEF), noto come il club dei potenti prima ancora che dei competenti, e che l’inviato speciale di Guterres era la Dr. Agnes Kalibata presidente dell’AGRA, cioè l’Alleanza per la Rivoluzione Verde in Africa, strettamente legata alla Fondazione di Bill e Melinda Gates.
Mentre le iniziative programmate dal CFS passano attraverso un percorso che comprende il confronto con il Meccanismo della Società Civile (MSC-CFS) e il Private Sector, tengono conto del lavoro di un decennio (dalla riforma del CFS nel 2009), in questo caso c’era un’imposizione dall’alto dell’organizzazione del Vertice; il confronto evidenziava un deficit di “governance democratica”, nonostante Guterres avesse il consenso dei governi.
L’impressione era quella che i “soliti potenti”, insoddisfatti di come andavano le cose dentro ad un CFS troppo inclusivo e aperto alle voci dei campesinos e della società civile, avessero trovato il modo di scippare l’iniziativa portandola a New York dove potevano gestirla meglio; ovviamente, rispetto alle loro finalità.
Al ritorno da un incontro alla FAO dove eravamo stati informati di questi sviluppi, intervistai in metropolitana (quindi assolutamente informale) il dirigente FAO che ci aveva appena tenuto la riunione, evidenziandogli le perplessità emerse nella società civile. Non poteva che rispondermi con quello che aveva già detto, ma aggiunse con un certo calore: ”penso che dobbiamo valorizzare l’aspetto positivo, cioè il fatto che di sicurezza alimentare e sostenibilità dei sistemi alimentari se ne parlerà a New York a latere di un’assemblea ONU con tutti capi di Stato, quindi nel contesto più favorevole per intraprendere iniziative concrete”, e concluse dicendo, “questo è qualcosa che noi (CFS/FAO) non potevamo ottenere”.
Il tira e molla sull’organizzazione e la significatività del Vertice dura da allora, arricchendosi lungo il cammino di nuove puntate. Dapprima buona parte della società civile del MSC chiese la sostituzione del WEF e della dr. Kalibata, concessioni che Guterres non poteva fare senza compromettere la sua autorità; semmai avrebbe aggiunto qualcuno gradito ai contestatori.
Davanti ad un confronto aperto e un po’ pretenzioso, nonché ripetitivo sui temi del Vertice, alcuni commentatori legati ai lavori del Gruppo di Esperti ad Alto Livello (HLPE) del CFS constatarono, un po’ ironicamente ma anche in maniera difficile da smentire, che in quel confronto si stava “reinventando la ruota”.
Fu allora che comparve la dichiarazione secondo cui, sotto la direzione del segretario generale Guterres e del primo ministro italiano, Mario Draghi, si sarebbe svolto a Roma un Pre Vertice dal 19 al 21 luglio, poi diventati 26-28 luglio; ad un profano come me parve immediatamente un esempio della capacità di incidere di Draghi.
Le critiche hanno una loro fondatezza, ma lasciare il confronto allo stallo in cui si trovava era una condizione pesante per gli organismi ONU e per chi voglia effettivamente esercitare una leadership al loro interno. Nella realtà c’è bisogno di mobilitare una pluralità di soggetti e approcci, di risorse, in percorsi dove le contaminazioni tra un approccio e l’altro sono il segno della loro validità; anche se ciò significa che si scatenerà la competizione per gestire (e intitolarsi) gli approcci che si dimostrano validi e necessari, allo stato dell’arte.
Finché il precedente rappresentante degli Usa alla FAO sosteneva che l’agroecologia era una miscellanea ideologica di pratiche inconsistenti, mentre dall’altra parte si criticava il Report n.14 del HLPE, “Innovazioni agroecologiche e di altro tipo per sistemi agricoli e alimentari sostenibili che migliorano la sicurezza alimentare e la nutrizione “, perché l’agroecologia veniva messa insieme ad altri approcci (ad esempio, l’agricoltura di precisione) senza riconoscere che è l’unica vera risposta, siamo di fronte ad un vicolo cieco.
Occorre riconoscere che per il Pre Summit a Roma sono state prese diverse iniziative che in maniera coordinata hanno portato l’attenzione sugli stessi punti, come la “Dichiarazione di Matera sulla sicurezza alimentare, la nutrizione e i sistemi alimentari-Una chiamata all’azione nel tempo della pandemia di Covid-19 e oltre”, rilasciata dal G20 a Matera (28-30 giugno). In essa si riconosce che l’obiettivo della “fame zero” entro il 2030 è irraggiungibile, anche senza tener conto del pedaggio della pandemia da Covid-19 che ha aggravato la situazione (100 milioni in più di sottonutriti), quindi si concorda sulla priorità di aumentare gli sforzi per vincere ogni forma di malnutrizione, preservando l’agrobiodiversità, contando sulla scienza e l’innovazione, sulle più avanzate pratiche commerciali e su comportamenti responsabili integrati dalle conoscenze tradizionali, dalla cultura locale del cibo e dalle migliori pratiche, con azioni coordinate a livello globale e approcci centrati sulle persone.
Stavolta l’Italia non ha lesinato le forze per far giungere un messaggio, il valore di esperienze che in sintonia con quanto emerso in questi anni grazie al lavoro di inclusione dei protagonisti dei mondi rurali del pianeta e delle loro verità fatto nel CFS riformato, dimostrano come si possa con leggi adeguate (vedi il Dlgs. 228/2001, ”Orientamento e modernizzazione del settore agricolo”) e una capacità organizzativa degli stessi agricoltori, rigenerare produzioni e mercati locali, l’immagine dell’agricoltore come produttore di cibo nel contesto di un diverso rapporto con il cittadino/consumatore, tenendo conto delle tradizioni alimentari e della cultura popolare, della biodiversità e dell’ambiente.
E’ l’esperienza di “Campagna Amica” e dei suoi mercati per la vendita diretta, che ha avuto lo spazio che merita in questo Pre Vertice dove, davanti alla vice segretaria ONU Amina J. Mohamed, è stata presentata la prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market supportata dalla FAO. Nell’occasione, Vincenzo Gesmundo (Coldiretti) con una sorta di memoria del cuore, ha ricordato l’impegno per una scommessa sul territorio degli agricoltori che gli “esperti di mercato” davano in rapida estinzione; questo sia di incoraggiamento agli agricoltori di tutte le latitudini.
Infine il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, è intervenuto nella sessione del Pre Vertice dedicata alla Dichiarazione di Matera in vista del Vertice a New York. Prandini ha sintetizzato le linee portanti del cammino fatto in Italia, dove abbiamo superato la tradizionale rappresentanza creando un meccanismo di “prossimità” tra agricoltori e consumatori nella difesa del valore del cibo. Ha ricordato un problema universale, quello della distribuzione del valore nelle catene alimentari, dove c’è il paradosso che chi produce cibo, non ha cibo. In Italia stiamo lavorando per creare filiere che abbiano una distribuzione equa, lo facciamo lavorando sulle dimensioni del “Made in Italy”, con un’etichettatura dell’origine che renda consapevole il consumatore, ma rispetto alla quale abbiamo ancora problemi in Europa dopo tanti anni di battaglie; guardando anche all’indicazione della sostenibilità in etichetta, poiché quello della sostenibilità è il grande obiettivo che abbiamo davanti.
In un certo senso, sono asciuttamente profetiche le parole di Prandini verso la fine dell’intervento: “dobbiamo piegare i sistemi di distribuzione a valorizzare ciò che si fa a livello locale”. Un messaggio forte e chiaro al Vertice di New York, di cui anche i “governi e giganti dell’agroalimentare” dovrebbero tener conto, se vogliono dimostrare di esercitare una leadership all’altezza dei problemi dell’umanità e del suo pianeta.
This post will expire on Tuesday August 31st, 2021 9:43am